Johann Gottlieb  Fichte
  • Rammenau (Germania), 19/05/1762
  • Berlino (Germania), 27/01/1814

Biografia

Sono stato il continuatore del pensiero di Kant e l'iniziatore dell'idealismo tedesco.

Segni particolari

Da bambino mi mandavano a sorvegliare le oche e un mecenate giudicandomi molto intelligente e precoce decise di pagarmi gli studi.

Scritti da Johann Gottlieb Fichte

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L'uomo si ricostruisce una patria sotto qualsiasi lembo di cielo.

Il mio mondo è oggetto e sfera dei miei doveri e assolutamente nient'altro.

Essere libero è niente, divenirlo è cosa celeste.

Il fine supremo ed ultimo della società è la completa unità e l'intimo consentimento di tutti i suoi membri.

L'uomo può ciò che egli deve; e se dice: "Io non posso", segno è che non vuole.

L'uomo ha la missione di vivere in società; se viene isolato, non è un uomo intero e completo, anzi contraddice se stesso.

L'umanità respinge il cieco caso e il potere del destino. Essa ha in mano il proprio destino.

L'Io puro oppone nell'Io ad un io divisibile un non-io divisibile.

Noi agiamo perché conosciamo, ma conosciamo perché siamo destinati ad agire; la ragion pratica è la radice di ogni ragione.