L'elegia in petél

Dolce andare elegiando come in elegia l'autunno,
raccogliersi per bene accogliere in ora radure,
computare il cumulo il sedimento delle catture
anche se da tanto prèdico e predico il mio digiuno.
E qui sto dalla parte del connesso anche se non godo
di alcun sodo o sistema;
il non svischiato, i quasi, dietro:
vengo buttato a ridosso di un formicolio
di dèi, di un brulichio di sacertà.
La origini ‐ Mai c'è stata origine.
Ma perché allora in finezza e albore tu situi
la non scrivibile e inevitata elegia in petél?
<< Mama e nona te dà ate cuco e pepi e memela.
Bono ti, ca, co nona. Béi bumba bona. E' fet foa e upi.>>
Nessuno si è qui soffermato ‐ Anzi moltissimi.
Ma ogni presenza è così sua di sé
e questo spazio così oltrato oltrato... (che)
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