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Quanto più ci preoccupiamo della felicità altrui, tanto più grande è il nostro senso di benessere. Coltivare un sentimento intimo e affettuoso verso il prossimo pone di conseguenza la mente a suo agio. Questa è la definitiva fonte di successo nella vita.
La felicità non è figlia del mondo, ma del nostro modo di rapportarci a esso. Non dipende dalla ricchezza, dalla salute e neanche dall'affetto di un'altra persona. Dipende solo da noi.
La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, di essere amati a dispetto di quello che si è.
Che cos'è la felicità se non il sincero accordo tra un uomo e la vita che conduce?
Nelle cose che dopo lungo desiderio si ottengono, non trovano quasi mai gli uomini né la giocondità né la felicità che prima si avevano immaginato.
Un uomo può essere felice con qualunque donna a patto che non ne sia innamorato.
Non abbiamo il tempo di essere noi stessi. Abbiamo solo il tempo di essere felici.
Tutti coloro che conquisteranno la gioia dovranno dividerla. La felicità è nata gemella.
Al mondo non vi sono felicità né dolore assoluti, la vita di un uomo felice è un quadro dal fondale d'argento con delle stelle nere: la vita di un uomo infelice è un fondo nero con delle stelle d'argento.
La grande, la sola originalità dell'amore è rendere la felicità indistinguibile dall'infelicità.
Non è felice l'uomo che nessuno invidia.
La felicità è un'opera d'arte. Trattatela con cura.
La felicità è come la verità: non la si ha, ci si è. L'unico rapporto tra coscienza e felicità è la gratitudine.
La felicità è una ricompensa che giunge a chi non l'ha cercata.
Buona parte della felicità nostra sta nella distrazione da noi medesimi.
La vera felicità nasce in primo luogo dal piacere del proprio io, e poi, dall'amicizia e dalla conversazione di pochi compagni scelti.
Il denaro non da la felicità... figuriamoci la miseria!