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Il primo maestro mi giudicava un inetto, negato alla danza.
Il modo di ballare delle danzatrici russe è migliore di quello dei danzatori.
I musicals han dato all'America una cultura etnica, che ha senza dubbio influenzato il balletto.
Se non ballo mi sento infelicissimo.
Penso che i ballerini vadano pagati non per quel che fanno, ma per la paura che provano. Probabilmente, ciò che fai non è poi così difficile: lo diventa appena sali sul palcoscenico. È, comunque, la paura che ti dà la spinta.
Uno pensa sempre d'aver dato più di quel che ha ricevuto, ma per dare bisogna aver qualcosa dentro.
Ognuno vorrebbe esser il più grande, ma Dio non può accordare quest'onore a tutti.
La danza è tutta la mia vita. Esiste in me una predestinazione, uno spirito che non tutti hanno. Devo portare fino in fondo questo destino: intrapresa questa via non si può più tornare indietro. È la mia condanna, forse, ma anche la mia felicità. Se mi chiedessero quando smetterò di danzare, risponderei "quando finirò di vivere."
Chi vola alto è sempre solo.
L'amicizia, come l'amore, richiede quasi altrettanta arte di una figura di danza ben riuscita. Ci vuole molto slancio e molto controllo, molti scambi di parole e moltissimi silenzi. Soprattutto molto rispetto.