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L'uomo è un abisso. Il Poeta è un essere dell'inferno.
Sembra, a volte, che la vita sia un frammento che illumina il doppio e furente si abbatte contro l'ombra. Però, così, le tenebre raddoppiano. Il Nero diviene la nuova luce. La Mente la sua vista.
Si seguono strade impossibili per arrivare al successo: l'uomo è ambizioso, ma non troppo. Io preferisco le strade con i bivi.
Sono state le tue mani a condurmi sul tuo viso. Eravamo troppo lontani, distanti, prima che una scossa del vento ci unisse.
Il mondo contemporaneo è statico, parassita, immobile, sonnambulo. Un vuoto violento. Un coma bianco.
Parlare non posso, giostra di colori dentro il cuore.
Oggi parlavo a un lago: sapeva cosa vuol dire essere dolce.
Quante età si possiedono se siamo una moltitudine?
Ostili punti interrogativi stanotte m'inseguono. Perisce l'incognita strappata da rondini che tessono uno strano suono. Forse è il legarsi a un simile frammento che da inizio a uno smarrimento omerico nel futuro, che priva le cose di nomi: anch'io sono un preludio anonimo.
Poetare è organizzare città, suonare violini, inclinare il fianco del corpo e curvarlo sino a renderlo sbilenco. E' un'alba esaurita, è il sovvertimento del bianco in nero, è un'ardua compressione del linguaggio: parole disastrate che calmano l'anima. Ciò che sento nelle mie poesie è l'esorbitante assedio del mondo.
Quando la luce apparve, spalancai la finestra sul mare: scomparve la proiezione dell'ombra, penetrando nello spazio inondato del mio cuore.
Io sono un Cerbero Rivoltoso. Spaventato e indifeso guerriero, che disintegrerà il tedio umano: la mia arma sarà l'inchiostro.
La mia vita è Poesia. Il mio corpo è solo il suo schiavo. Io sono Poesia.
Nel mezzo del Silenzio, traudivo uccellini misericordiosi cantare sopra a cattedrali magnifiche: la vaghezza di una Vita stanca, ma felice.
Oggi ho una stretta al cuore: il visibile Silenzio proietta la sua ombra sulle mie dimore.
Io non vivo nell'oggi, vivo nell'ieri: è il mio peccato.
Mi sembra di ricadere in quell'ospedale, nell'angoscia felice che ho scacciato. Scrivere è come sguinzagliare i ricordi e distorcerli, cuocere le parole con l'inchiostro e farle levitare sul corpo. E su di esso, ho delle stagioni piene d'ansia: il mio cuore che si lamenta per l'assenza dell'eco.
Scrivere è come un catastrofico circo, e io sono un giovine giocoliere errante. Non ho dimore: vivo nelle panie dell'inchiostro.