Il terreno da rendere produttivo in democrazia ce lo mette la cultura. I politici sono i mezzadri che coltivano il prodotto interno lordo che serve alla società e allo Stato. Ma se scuola e stampa non hanno fertilizzato il tutto, rendendo compatibile il terreno sociale a quello naturale, nemmeno la politica del Padreterno metterebbe a profitto il sistema. Insomma, è la qualità della cultura a fare la qualità dei cittadini e della politica.
Una volta sbagliata la miscela culturale di un popolo, non c’è politica o giustizia in grado di rimediare agli errori de-formativi dei cervelli: o perché un popolo è troppo gonfio di presunzione, o perché è depresso come una ruota bucata, tanto da diventare poi dipendente, da fumo, alcool, droga e psicofarmaci nell’inutile tentativo di sottrarsi alla morsa invalidante dell’insicurezza.