Io sono il primo spettatore dei miei film, il primo che si inietta il virus pauroso nelle vene. Perciò penso che tutti i miei film siano autobiografici e dentro ci sia buona parte della mia vita privata, dei miei sogni, dei miei terrori, delle mie speranze. E anche dei miei ideali e della mia coscienza.
La paura di perdere la reputazione era un deterrente potente rispetto alla tentazione di violare le regole, quando sulla reputazione veniva costruita una vita, oltre che la carriera.