Primavera, ahimè, stagione dolce e lieta per chi possiede il dono (forse) del cor romantico: passeggiare diventa un’intrisa sensazione di profumi, dolci odori ed olezzi che solo Madre Terra può donare a noi, avidi figli, che piedi poggiam su verde distesa e rimaniamo lì, come trafitti, come pugnalati, da cotanta bellezza che lo sguardo volge oltre, verso infinite vallate e nuovi amori da far sbocciar.
Dei tuoi occhi vitrei io ne colgo l’essenza, quando ti volti e mi nascondi l’amara presenza, che con denti e unghie conquistammo questo amore e non sarà di certo il Fato, a condurci verso un mero addio.