Primavera, ahimè, stagione dolce e lieta per chi possiede il dono (forse) del cor romantico: passeggiare diventa un’intrisa sensazione di profumi, dolci odori ed olezzi che solo Madre Terra può donare a noi, avidi figli, che piedi poggiam su verde distesa e rimaniamo lì, come trafitti, come pugnalati, da cotanta bellezza che lo sguardo volge oltre, verso infinite vallate e nuovi amori da far sbocciar.
Volgi lo sguardo per mirare l’altro e provarne invidia e scorgi che il tuo corpo ne sta risentendo: arriverai alla fine dei tuoi giorni dove non ti resterà altro che un tempio scosso da incredibili terremoti e fremiti di cattiveria e ti ritroverai lì, sepolto nella vergogna del giudizio e paragone altrui.
Ed è subito sera.