Puntare a valorizzare le doti del prossimo dà una soddisfazione molto diversa dal sottolinearne i difetti. Il primo approccio favorisce la crescita, il secondo al massimo conserva l'esistente. Per estensione la massima vale anche nel rapporto tra un popolo e chi lo governa.
Il seme cattivo ha le stesse probabilità di germinare del buono, ma maggiore capacità di propagazione perché in un mondo competitivo la bontà appare perdente. Comunque a furia di ripeterselo ci si può convincere del detto che "la cattiveria non paga" e sperare nel miracolo.