quando vedi quei tamarri nelle loro macchinine con l'audio a tutto volume e masticano e sputano cicche e bestemmiano e sono quasi sempre dei ciccioni con facce da mafiosi e barbe incolte pensi che non sono poi così diversi da quegli antichi romani che rumoreggiavano nelle taverne e palpavano il culo alle locandiere.
La poesia è come il jazz, un'improvvisazione che approda là dove non è mai ben chiaro, come le nostre vite, pronte a essere spezzate ora o dopo o quando.