Se tutti, nei secoli dei secoli e dei millenni bui della mesta colonizzazione umana son morti, allor io, stanche membra, perché non dovrei esser da meno?
Non dannarti, giovanotto: infinita luce ci sarà, per chi le giornate adopererà col bene finché un dì, il cuor arresta tumulto.
Ti invito in abito da sera a mirar le sponde del mio cuore.
Balleresti? Guarderesti esterrefatta?
Mireresti che per me i tuoi occhi son l’abisso più profondo.