Volgi lo sguardo per mirare l’altro e provarne invidia e scorgi che il tuo corpo ne sta risentendo: arriverai alla fine dei tuoi giorni dove non ti resterà altro che un tempio scosso da incredibili terremoti e fremiti di cattiveria e ti ritroverai lì, sepolto nella vergogna del giudizio e paragone altrui.
Ed è subito sera.
Ti invito in abito da sera a mirar le sponde del mio cuore.
Balleresti? Guarderesti esterrefatta?
Mireresti che per me i tuoi occhi son l’abisso più profondo.