Emil Michel Cioran
  • Rasinari (Romania), 08/04/1911
  • Parigi (Francia), 21/06/1995

Biografia

Convinto della fondamentale meschinità dell'essere umano, della stupidità di tutte le cose, ascetico e rigoroso nello stile e nel modo di pensare così come nella mia stessa esistenza, sono stato un grande estimatore dei prosatori del XVIII secolo e con questi condivisi la predilezione per l'aforisma.

Segni particolari

Nel 1937 vinsi una borsa di studio a Parigi grazie a una tesi su Bergson. Rimasi nella capitale francese fino al giorno della mia morte.

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Scritti da Emil Michel Cioran

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Annoiarsi è masticare tempo.

In un mondo senza malinconia gli usignoli si metterebbero a ruttare.

Cos'è una crocifissione unica rispetto a quella, quotidiana, che patisce l'insonne?

Più ancora che nella poesia, è nell'aforisma che la parola è dio.

L'aforisma? Un fuoco senza fiamma. Si capisce che nessuno vi si voglia riscaldare.

Coltivano l'aforisma soltanto coloro che hanno conosciuto la paura in mezzo alle parole, quella paura di crollare con tutte le parole.

La grande, la sola originalità dell'amore è rendere la felicità indistinguibile dall'infelicità.

La musica è il rifugio degli animi ulcerati dalla felicità.

L'infinito attuale, un nonsenso per la filosofia, è la realtà, l'essenza stessa della musica.

Nella ricerca del tormento, nell'accanimento alla sofferenza, solo il geloso può competere con il martire. Eppure, si canonizza l'uno e si ridicolizza l'altro.