Oggi le persone sono capaci di fare qualsiasi cosa, persino mettere in imbarazzo se stesse, la propria famiglia e lo Stato, solo per evitare di rimanere anonime, e io ho fatto di tutto per rimanere anonime. Mi è quasi costato la vita.  
Ero in buoni rapporti con lo Stato. Non lo toccavo, e lui non toccava me.  
Scrivevo per un giornale straniero sotto pseudonimo, quindi, a parte il direttore, pochi in redazione conoscevano il mio nome e nessuno sapeva che aspetto avessi, il che ha contribuito al mio anonimato.  
Non avevo famiglia e ho perso ogni contatto con i miei parenti, perché non avevano bisogno di me. Vivevo da sola in casa di un anziano che viveva anche da solo. L'anziano era in fase avanzata di vita, ma nelle prime fasi dell'Alzheimer, quindi a volte dimenticava il mio nome e chi fossi, il che ha contribuito anche al mio anonimato.  
Invece di amici presuntuosi, avevo amici immaginari e andavamo d'accordo. Avevo la mia pace, ero felice perché ero anonima e le cose mi andavano bene, finché non è successo qualcosa di brutto. Quando un pomeriggio sono andata in edicola per comprare un giornale, non avevo idea che non sarei tornata a casa quella sera stessa. Non volendo dare nell'occhio, ho scelto ogni volta un'edicola diversa e un percorso diverso. Sono uscito da una traversa sulla strada principale e dalla strada principale mi sono immesso in un'altra traversa, meno trafficata ma ben tenuta. In quel momento, due auto si sono scontrate all'incrocio, creando una folla sulla strada principale, e sono improvvisamente scomparso. Completamente inosservato, sono caduto in un pozzo altrettanto inosservato. Provavo un dolore terribile a causa delle ferite, che mi rendevano incapace di gridare. Piangevo piano, ma nessuno mi sentiva, e sapevo che nessuno mi avrebbe nemmeno cercato, perché ero anonimo. Fino al mattino, quando gli addetti ai servizi comunali mi hanno scoperto e hanno denunciato l'intero caso ai servizi di emergenza, alla polizia e ai media... ed è così che purtroppo sono diventato l'uomo anonimo più famoso del mondo.

Marina Aristo Marković

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