Roberto Saviano
  • Napoli, 22/09/1979

Biografia

Sono un giornalista e scrittore. Costretto a vivere sotto scorta dopo la pubblicazione del mio romanzo-inchiesta "Gomorra".

Segni particolari

Il 20 ottobre 2008, sei premi Nobel internazionali si sono mobilitati per me, chiedendo che lo Stato Italiano faccia qualsiasi sforzo per proteggermi e sconfiggere la camorra.

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Scritti da Roberto Saviano

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Si crede stupidamente che un atto criminale per qualche ragione debba essere maggiormente pensato e voluto rispetto ad un atto innocuo. In realtà non c'è differenza. I gesti conoscono un'elasticità che i giudizi etici ignorano.

Il mio rapporto con Dio passa attraverso i testi sacri.

Dopo aver visto decine di morti ammazzati, imbrattati del loro sangue che si mescola allo sporco, esalanti odori nauseabondi, guardati con curiosità o indifferenza professionale, scansati come rifiuti pericolosi o commentati da urla convulse, ne ho(…)

Corleone, in confronto a Casal di Principe, è una città progettata da Walt Disney.

La fede, spesso, è stato il vero motore delle persone di buona volontà che nelle zone più difficili del Sud han cercato di trasformare le cose.

Il cartolaio di Casal di Principe mi sfotte divertendosi a sistemare "Gomorra" nel settore fiabe, accanto a Biancaneve e Cappuccetto Rosso.

Sono nervoso per me ma anche per i miei familiari, in quanto porto la responsabilità del loro sradicamento, della loro forzata emigrazione.

I boss nei loro memoriali di denuncia con scherno supremo scrivono di me "noto romanziere", cioè "noto contaballe", magari anche un po’ omosessuale, offesa massima per i camorristi.

Con Gomorra non pretendevo tanto di avere successo quanto di cambiare le cose, svegliare la gente, costringerla a vedere l’orrida realtà neppure tanto nascosta.

Per difendermi sono diventato cattivo, perché non è vero che le difficoltà migliorano l’uomo: lo peggiorano, invece, quasi sempre, e nella mia segregazione io sono peggiorato.