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L'erotismo nel suo complesso è infrazione alla regola dei divieti: è un'attività umana. Ma benché abbia inizio laddove la bestia finisce, la bestialità ne rappresenta comunque la sostanza.
La sessualità fisica sta all'erotismo come il cervello al pensiero.
L'atto sessuale è nel tempo quel che la tigre è nello spazio.
La passione ci consacra alla sofferenza, giacché, in fondo, essa è la ricerca di un impossibile.
Dell'erotismo si può dire, innanzitutto, che esso è l'approvazione della vita fin dentro la morte.
L'eccesso è il principio stesso della riproduzione sessuale.
L'esercizio della libertà si situa dalla parte del male, mentre la lotta per la libertà è la conquista di un bene.
Il sacrificio non è altro, nel senso etimologico della parola, che la produzione di cose sacre.
Il sacro è l'agitazione prodiga della vita che, per durare, l'ordine delle cose incatena, e che l'incatenamento tramuta in scatenamento, in altri termini in violenza.
Non posso considerare libero un essere che dentro di sé non nutra il desiderio di sciogliere i legami del linguaggio.