Gino Patroni
  • Montemarcello, La Spezia, 1920
  • La Spezia, 1992

Biografia

Sono stato un giornalista e scrittore italiano.

Segni particolari

Io stesso mi sono definito: «Classe di ferro arrugginita alla svelta, mezzo geometra (per studi abbandonati), maestro elementare intero, sette anni di liceo classico (impiegato in segreteria), prigioniero in Germania, liberato dai francesi di Ledere e subito rifatto prigioniero per il coup de pòignard fascista del 1940, poi travet statale, giornalista professionista, depresso endogeno e indigeno (siccome vive alla Spezia, base navale e banale), abita di preferenza al reparto neuro ma sovente si ricovera a domicilio».

Scritti da Gino Patroni

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Lamento di navigatore a vela: ho il mal di goletta.

Lamento di coniglio. Ho avuto un solo figlio.

Mio figlio è il primo della classe. Entrando.

La sogliola, prima che i palombari cominciassero a camminare sul fondo, non era un pesce così piatto.

Al largo di Pago-Pago ho raccolto un naufrago che mi ha detto: "Grazie-grazie."

Sovrapposizione – Se la donna è mobile, l'uomo è sopramobile.

Oggi ci sembra impossibile che nella Roma dei Cesari anche gli analfabeti parlassero latino.

Se ti fischia un orecchio è male, ma se ti applaude è peggio.

K.O. DI PUGILE DILETTANTE I dolori del giovane "welter".

LETTERA DAL CONFINO "Ti scrivo sotto dittatura."