Hannah Arendt
  • Linden (Germania), 14/10/1906
  • New York (Stati Uniti), 04/12/1975

Biografia

Sono stata una filosofa e storica di origine tedesca, anche se ho sempre rifiutato la categorizzazione di filosofa.

Segni particolari

Ho studiato e analizzato la figura del male nella storia, soprattutto nei regimi totalitaristici.

Scritti da Hannah Arendt

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Vivere insieme nel mondo significa essenzialmente che esiste un mondo di cose tra coloro che lo hanno in comune, come un tavolo è posto tra quelli che vi siedono intorno.

Io non credo che possa esistere qualche processo di pensiero senza esperienze personali.

Il dominio totalitario, al pari della tirannide, racchiude in sé i germi della propria distruzione.

Le ideologie ritengono che una sola idea basti a spiegare ogni cosa nello svolgimento dalla premessa, e che nessuna esperienza possa insegnare alcunché dato che tutto è compreso in questo processo coerente di deduzione logica.

Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l'individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più.

Nella loro pretesa di spiegazione totale, le ideologie hanno la tendenza a spiegare non quel che è, ma quel che diviene, quel che nasce e muore.

Se la legalità è l'essenza del governo non tirannico e l'illegalità quella della tirannide, il terrore è l'essenza del potere totalitario.

A differenza della natura, la storia è piena di eventi: il miracolo del caso e dell'infinitamente improbabile vi ricorre con tale frequenza da far sì che parlare di miracoli sembri assurdo.

Chiunque abbia avuto l'occasione di riflettere sulla storia e sulla politica, non può non essere consapevole dell'enorme ruolo che la violenza ha sempre svolto negli affari umani.

Con la parola e con l'agire ci inseriamo nel mondo umano, e questo inserimento è come una seconda nascita, in cui confermiamo e ci sobbarchiamo la nuda realtà della nostra apparenza fisica originale.