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La saggezza è quella meravigliosa indispensabile conquista che, quando sappiamo noi, bisogna chiudere a chiave da qualche parte e dimenticare che esiste.
La felicità è una cosa semplice, siamo noi che la complichiamo.
Da giovani si tende a dare il più possibile vita ai sensi, da vecchi si tende a dare più sensi possibili alla vita.
Troppe persone sono maniacalmente consapevoli di quanto dànno, ma per niente consapevoli di quanto ricevono.
Accogliamo la vecchiaia a braccia aperte perché essa può donare un'armonia di se stessi che da giovani è inimmaginabile.
Adesso che sono vecchia penso che un vecchio incapace di tenerezza ha certamente bisogno di tanta tenerezza.
Per conoscere gli altri basta che ci guardiamo allo specchio, e allora non resta che imparare a godersi negli altri i "tratti" che più ci appagano, quei tratti che ci fanno sentire migliori di quello che siamo in realtà.
Chi l'ha detto che la soluzione stia nella risoluzione? La soluzione può stare benissimo nella non risoluzione, basta che sia una non risoluzione risolta.
Com'è la vita! Da giovani i sogni diventano progetti e spesso, da vecchi, i progetti diventano sogni.
C'è gente così annoiata della vita che è disposta a qualunque inganno per rendere invivibile quella degli altri. Non facciamoci fregare.
Solo il cervello conosce l'estasi.
È il dare che ci distingue, a prendere siamo capaci tutti.
Tutti volete essere folli, originali, diversi dagli altri, e anche gli altri vogliono essere diversi,ma da chi? Tutti volete essere unici, inimitabili. State tranquilli, rassicuratevi: non rischiate di essere normali, nessuno lo è, e unici lo siamo tutti. Quanto alla follia eccelsa, è un privilegio di pochi eletti, non alla portata di tutti, perciò rassegnatevi ad essere mediocremente folli, perché se foste divinamente folli ve lo godreste in solitudine.
Se il vuoto fosse nebbia, nel cielo plumbeo di questa fredda mattina di novembre comparirebbe la scritta "Visibilità zero nel cuore di Lora. Le si consiglia di non mettersi in viaggio." Ma io non ascolto mai i consigli, e anche questa volta guaderò la nebbia: con forza, determinazione, perché la curiosità di scoprire cosa c'è dall'altra parte non finisce mai.
Pensavo... Il tumore avuto a quarant'anni mi ha insegnato le priorità della vita, la malattia attuale mi ha insegnato che la vita, è la priorità. E quando si impara, si cambia, e si cambia anche moltissimo per cui la mente deve essere pronta, allenata e aperta alla novità, senza rimpianti, perché niente di ciò che siamo stati va perduto, tutto è fibra di cui siamo intessuti.
La sincerità non paga quasi mai, anzi spesso isola, però un vantaggio ce l'ha: consente di vivere senza bisogno di una memoria da elefante.
Quasi sempre i momenti più sublimi della vita, i più appaganti e irripetibili, sono anche i più sbagliati.
L'essere umano non è soltanto crudele, infingardo, meschino, perverso, è anche estremamente noioso, si ripete sempre, nei secoli dei secoli, e il fango in cui si crogiola non si esaurisce mai.
Tenere lievi nuvolette ferragostane che nulla sanno di ciò che capita qui sotto. Dirette chissà dove, si trasformano, si allungano e poi disegnano il cielo silenziosamente, discretamente, pronte a scoprirsi solo di fronte a sguardi curiosi, affettuosi, desiderosi di comunicare con loro, ma anch'esse senza quelle risposte che contano. Proprio come noi: senza le risposte che contano.
Mi accompagno volentieri con la morte. La invito alla mia tavola. Le dedico un pensiero ogni sera, ed uno ogni mattina quando mi sveglio, grata per la sua distrazione. Ma non riesco a farmela amica.
Tutti diventiamo fotografie, spesso anche da vivi.
Sono un animale selvatico, l'unica mia radice è la tana, intesa nel senso più concreto della parola e del suo senso. Sono una pensatrice ignorante, un'istintiva troppo pigra per essere di più, ma le mie conclusioni mi stanno bene, mi danno risposte e ciò mi basta per collocare la vita e soprattutto per dare un senso alla morte.
Quando la confusione è ingestibile esco da me stessa ed esamino ogni cosa da spettatrice che si trova per caso a passare da lì, ed è così che trovo le soluzioni, a volte, ma sempre riacchiappo quel sottile filo conduttore sul quale continuo incredibilmente a mantenermi in equilibrio, e allora penso che quello non è un filo, è un cavo d'acciaio
A volte se ne vanno i figli e a volte se ne vanno i genitori. A volte tornano sia i figli che i genitori. Altre volte il ritorno è impossibile per i figli o per i genitori. E quando il ritorno è impossibile, può capitare che i genitori o i figli pensino che tutto sarebbe potuto andare in un modo diverso. Ecco, è questo che mi fa riflettere . Non voglio pensare domani a come sarebbe potuta andare, voglio agire perchè tutto vada bene adesso.
Si respirano al mattino presto aliti di silenzio così puro, totale, incondizionato, che sarebbe impossibile lasciarseli passare accanto senza restarne catturati, che non vogliono essere ignorati, che ci ingoiano per qualche attimo rendendoci parte consapevole di quel tutto così misterioso e affascinante che avvolge morbido le nostre esistenze. :)