Max Stirner
  • Bayreuth, 25/10/1806
  • Berlino, 25/06/1856

Biografia

Filosofo tedesco sostenitore radicale di posizioni antistataliste che danno importanza all'ateismo e all'egoismo. Vengo considerato come uno degli antesignani di movimenti quali nichilismo, esistenzialismo, anarchismo e soprattutto anarchismo individualista.

Segni particolari

Max Stirner è lo pseudonimo di Johann Kaspar Schmidt. Il mio nom de plume deriva da un soprannome che mi era stato dato dai compagni di scuola a motivo della mia alta fronte (Stirn).

Scritti da Max Stirner

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Il rude pugno della morale non ha alcun rispetto della nobile essenza dell'egoismo.

Nelle mani dello Stato la forza si chiama diritto, nelle mani dell'individuo si chiama delitto.

Chi, per rimanere padrone di ciò che possiede, deve contare sulla mancanza di volontà di altri, è una cosa fatta da questi altri, così come il padrone è una cosa fatta dal servo. Se venisse meno la sottomissione. il padrone cesserebbe d'essere.

Io rifiuto un potere conferitomi sotto la speciosa forma di "diritti dell'uomo". Il mio potere è la mia proprietà, il mio potere mi dà la proprietà. Io stesso sono il mio potere... e per esso sono la mia proprietà.

La rivoluzione mira ad un'organizzazione nuova; la ribellione ci porta a non lasciarci più organizzare, ma ad organizzarci da soli come vogliamo, e non ripone fulgide speranze nelle "istituzioni" ... Se il mio scopo non è rovesciare un ordine(…)

Io dico: liberati quanto puoi e avrai fatto ciò che sta in tuo potere; infatti non è dato a tutti di superare ogni barriera, ossia, per parlare più chiaramente non per tutti è una barriera ciò che lo è per alcuni. Perciò non preoccuparti delle(…)

Lo Stato si fonda sulla schiavitù del lavoro. Se il lavoro diventerà libero, lo stato sarà perduto.

Io aggiro l'ostacolo di una roccia finché non ho abbastanza polvere per farla saltare in aria e aggiro l'ostacolo delle leggi di un popolo finché non ho raccolto l'energia sufficiente per rovesciarle.

Per lo stato è indispensabile che nessuno abbia una sua volontà; se uno l'avesse, lo stato dovrebbe escluderlo, chiuderlo in carcere o metterlo al bando; se tutti avessero una volontà propria, farebbero piazza pulita dello stato.

Nelle ricchezze del banchiere io vedo tanto poco qualcosa d'estraneo come Napoleone nelle terre dei re: noi non abbiamo alcun TIMORE di "conquistarle" e anzi cerchiamo i mezzi per poterlo fare. Noi togliamo loro, dunque, questo SPIRITO di(…)