A te, dolce cugina

Hai un viso che parla di quiete, di giorni donati con amore discreto
di mani che hanno costruito silenzi e abbracci che hanno tenuto insieme il mondo.
Hai studiato, sì, ma il tuo sapere si è piegato con grazia alla cura
alla casa che hai reso rifugio, ai tre uomini che hai guidato con luce.
Umile sei, come il fiore che sboccia senza clamore, ma che nutre l’anima.
E ora che il tempo ti veste d’oro, i frutti brillano più che mai.
Si legge la dolcezza dal tuo volto, come un libro scritto con gesti e pazienza.
E quella casa, che ti chiama madre, è il tuo regno, il tuo canto, la tua pace.
Un abbraccio immenso, che attraversa il cuore e il tempo.