Abisso di Rimorsi
Seduto sul fondale
sgranocchio singhiozzi.
Ne accartoccio l'involucro, lo stropiccio.
La pressione, la sabbia, le conchiglie.
Mi schiacciano a sè.
Le bolle risalgono l'abisso,
espirano grida
al contatto con l'aria,
le mie.
È così lontana la superficie,
che non le sento.
Piovo meduse dagli occhi,
iridescenti! luminose!
Avete presente?
Quelle color tenebra, ecco!
I sorrisi degli squali
brillano come lune,
anzi, come mezzelune...
quelle per tritare
soffritti; sofferti!
Oh no, cazzo! Sono io!
Che cerco di fare
carne trita di me stesso!
Essi sono solo
il mio riflesso nell'acqua.
Il riflesso dei rimorsi che ho dentro.
E farebbero bene se mi sbranassero!
Avrebbero ragione!