Nei cipressi degli ulivi,
gesti inteneriscono
cuori sospesi.
Nebbie fitte
aperte dalle albe
sospirano.
In reclami si svegliano,
ma tacciono vibrazioni,
celate,
preparate per il dopo.
Alla riscossa,
nella rinascita assente
germogliata nel ventre
piani si attuano, pensati
nelle tregue del giorno.
Terminato il dì con rigore,
si riprende: chiamando luci,
a volte, che lampeggiano.
Quando le ombre si avvicinano,
la luce più tenue diventa la più resistente.
11 agosto 2025
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