Quarant’anni già vissuti
nel corpo ancor piacevole,
sguardo interpellante
in cerca di occhi che
infine incrocino i tuoi,
mani immacolate che
chiedono carezze da donare,
bocca disegnata che
di un’altra attende il suggello.
Hai vissuto troppi giorni
in cui il sole sorgeva
su desideri mai tramontati;
hai visto solo in versi,
eccessivi e melensi,
i fremiti di un amore
mai provato.
Non so affrontar la pena
di chi non sa l’amore;
serbandola nell’animo,
passo il testimone a chi,
leggendo in un minimo
vibrare dei tuoi occhi,
domani forse busserà
alla porta del tuo cuore.
25 luglio 2012
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