Da quel legno
che gli anni intarsiarono
crebbe il patibolo
sorto in un sogno
E quelle mani che amare non seppero
dolcezza spalmarono
sull’occhio maligno
Sopra il suo collo
che gli anni piegarono
scese la fune
a lungo intrecciata
E quelle labbra che il mondo negarono
si schiusero all’ultima
severa adunata
Al suono d’addio
le mosche risposero
poggiandosi sopra
la gabbia stanca
“Venite compagne, amatemi qui”
E non sembrò solo
ma fu così.
4 aprile 2011
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