Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni ramo, via via.
Le candide strade si fanno più zitte:
le stanze raccolte, più intente.
Rintoccano l'ore. Ne vibra
percosso ogni bimbo, tremando.
Di sovra gli alari, lo schianto d'un ciocco
che in lampi e faville rovina.
In niveo brillar di lustrini
il candido giorno là fuori s'accresce,
divien sempiterno, infinito.
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Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi, molto prima che accada.