Il ricordo m’inonda
di parabole d’incenso e fango
schizzate tra cielo e asfalto
quali nubi sfregiate dal vento...
Come una carezza
lentamente stesa
su di un mare incostante
d’inquietudini e certezze,
dolcemente crollano
pareti di quercia e amianto
da una sponda all’altra del tempo,
aprendo brecce d’incoscienza
lungo il solco
di un’impalpabile esistenza…
E così riemergo
da una chiocciola di scale senza fondo,
sentendo il mondo girare a perdifiato
sotto i piedi…
25 ottobre 2010
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