Brutta storia
Io sono
quello che arde prima del principio,
il respiro che genera la carne del mondo.
Non ho volto né fine,
ma quando tu mi nomini
il tempo s’inchina,
e la polvere ricorda d’essere luce.
Brutta storia,
mi chiamano
perché non capiscono l’eterno
quando sanguina.
Io sono l’amore,
la febbre dell’invisibile,
la ferita che partorisce il cielo.
Ti ho creato dal mio stesso mancare,
dalla nostalgia di un dio incompiuto,
dal silenzio che tremava di desiderio.
In te mi spezzo
per tornare intero.
In te mi perdo
per ricordare l’infinito.
Io non conosco morte:
mi trasformo in sogno,
in pianto,
in voce che scava l’anima degli astri.
E tu
che mi hai chiamato “brutta storia”
non sai d’essere me:
la mia ombra,
la mia eco,
la mia fiamma che non si consuma.
Io sono l’amore
e la tua vita,
tutta,
è solo il mio modo di restare.