Cicatrici di Salvezza
Cicatrici di Salvezza
Poeta: Abdel latif Moubarak
Le Cicatrici della Salvezza
Lascia che le aureole del mio cuore cadano dalla mia fronte,
Una luce che pensavo di trovare riposando sulla spalla della parola,
Quella che canticchia una melodia tra le pieghe di questa poesia.
Illumina per gli altri il mio viaggio, questo sapore amaro del dolore di una patria,
L'angoscia che la riempie, agitandosi ad ogni alba
Che sorge su una mattina piena di assurdità.
La parola era impotente allora,
Incapace di forgiare un nuovo spazio per la confessione,
O di cogliere una perla ingioiellata dal suo cielo
Da donare ai poveri, agli orfani, ai dimenticati,
Coloro che sono sull'orlo della morte.
So di essere lo zero da cui tutti i poeti iniziano,
Il seme il cui germoglio è cresciuto solo all'ombra dei versi dei miei antenati.
Da loro ho tratto la forza per sopravvivere,
Sognando i loro mari beati e generosi.
Mi appoggio a tutti loro con un orgoglio che mi solleva
In regni luminosi della luce della loro saggezza, o Signora Poesia.
Tutto ciò che ho sempre voluto da te era la salvezza,
Per concludere sulle tue sponde.
Ti ho iniziata (o tu hai iniziato me) tra i transitori
In una città le cui strade erano tutte diventate oscure,
Dimenticata da lunghe guerre, poi risvegliata una sola volta
Dal trionfo dei superstiti, e da gocce di speranza
Che la sete non poteva sconfiggere.
Tra tavoli di polvere da sparo e napalm,
Arti sparsi e muri macchiati di sangue,
Giacche giacciono vomitando ai lati delle rovine,
Con le parole "Ero qui" scarabocchiate su di esse.
Un'emorragia di domande.
Quanto ho desiderato che le mie poesie le affrontassero,
Un percorso verso il dolore e il rilascio.
Modello il mio germoglio per la folla predestinata,
E appartengo alla marcia che proviene da quelle terre dimenticate
Nascoste nelle pieghe di catene e celle di prigione,
Il tormento di stomaci affamati,
L'ansimare delle lingue dietro le grida di partenza,
L'assenza di speranza per un prossimo splendore
Che porti sul suo volto lo sfolgorio dell'impossibile.
Signora Poesia, conosco la gloria nella tua prova.
Conosco il segreto nel tuo fiume.
È così che ci incontriamo, e con noi, incontriamo
Una vita che non ha un santuario,
Una vita che è sopravvissuta solo attraverso un impossibile patto
Tra un fascio di spine che è cresciuto una sola volta
Dal dolore della salvezza.
Sono destinato a vivere e a vedere la città
Essere la prima a benedire il calore ardente di un passo verso la libertà,
Giurando sulla gloria che svanisce negli occhi dei suoi figli,
I tesori mielati che scorrono su una nuova patria.