Crescere non basta
Dipende da dove affondano le radici. Non basta la terra. Serve silenzio, serve ascolto, serve un tempo che non chieda fretta. Un albero cresce dritto solo se qualcuno all’inizio lo ha toccato con mani vere, non solo carne, ma presenza. Con pazienza lo ha guidato, non piegandolo, ma accompagnandolo. Gli ha detto: tu puoi stare in piedi, anche nel vento. E gli ha dato tutto: non solo acqua, ma senso. Non solo luce, ma riparo. Non solo forza, ma direzione. Allora sì, fiorisce. Non per apparire, ma per essere. Perché il fiore è solo l’eco visibile di un’intima radice nutrita d’amore. Ma se cresce in assenza, se cresce nella dimenticanza, se nessuno gli parla, se nessuno lo vede, se nessuno ascolta, l’albero si fa fragile, anche se sembra alto. Dentro svuota, fuori trema. E basta un colpo secco per spezzarlo. A volte, cade. Non per il peso, ma per ciò che è mancato sotto.
PS: A volte, in certe situazioni, meglio solo un cane o un gatto. Se li lasci troppo soli in casa, non crescono pieni di rabbia, solo ti aspettano. Non ti chiedono chi sei, ti accettano. E non ti rinfacciano l’assenza, la trasformano in festa quando torni. Perché, in fondo, è più facile accudire un animale. Non devi spiegargli la vita, ti basta viverla, vicino a loro.