DAMMI UN SEGNO
Avverto la tua presenza,
quando la notte mi tiri le coperte
come facevi un tempo,
senza dire nulla, ma lasciando il silenzio parlare.
Una foglia cade,
e nel suo gesto lento c’è il tuo passo,
quello che non ho mai saputo seguire davvero.
In ogni angolo, in ogni pietra,
in ogni passo che faccio — ci sei tu.
Sembra che tu voglia dirmi qualcosa,
ma non colgo l’attimo.
Lo sai, sono sempre stato lento nel capirti,
come chi legge le stelle ma non sa tradurle.
Dammi un segno,
anche piccolo, anche fragile,
come il respiro di chi non ha più voce
ma ancora vuole essere ascoltato.
Sto forse sbagliando strada,
o forse sto cercando te
in ogni tramonto che nasce e poi svanisce,
portando con sé i ricordi
come il vento porta via le foglie
senza mai chiedere permesso.
Eppure, resto qui,
con le mani aperte e il cuore che aspetta,
perché anche l’attesa è un modo di amare,
e anche il dubbio è una forma di preghiera.