Di caduta in caduta
mi rialzo
come un marinaio sulla prua di una nave
scampata al fortunale.
Un gabbiano segue la scia
con indomita pazienza
e il suo grido taglia il silenzio
nella solitudine del mare.
Aspetto di udire la notte
immensa e stellata
colma di onde
e tendo i palmi vuoti
a raccogliere scaglie argentate di luna
ma le reti non trattengono l’acqua.
16 settembre 2014
Altri contenuti che potrebbero piacerti
Se la poesia continua a vivere malgrado l'aridità di questo terzo millennio è perché si nutre delle lacrime degli uomini.