Di spalle allo specchio (surrealtà)
Do le spalle allo specchio rispecchio
In uno specchio che sta
Di fronte a me equidistante
Il mio viso da mezzo
Vecchio ubriaco
Quel viso guardo
Osservo allibito appena
Appena riconosco
Il mio sguardo
Assopito deluso disilluso
Perduto(si) tra 1000 meandri
E cotillons d'un carnevale
Lontano passato di mano
In mano come il culo
Liscio d'una puttana pagata
A settimana riscontro
Una vena amica
In quel viso la vena
Che tanto tempo
Addietro dritta
Per dritto portava
Diritta al paradiso
E' vena sommessa
‐ la chiamo Suburbia
Dismessa come autostrade
Guaste malate pallide senza
Vie d'uscita sa di sommossa
Verso la vita vendetta
Trama contro la vita
Che tante volte
Tante l'ha tradita
Lasciata e presa
Persa ripresa più
E più volte ancora
Abbandonata
Come fosse una cagna
Bastarda malata mai più
(ri) trovata
Per intero è una vena
Piccola davvero così
Tanto piccola invero
D'apparire minima
Minuscola infima
Infinitesima
Quasi insignificante
E' una vena labirinto
Dipinta colorata
Amaranto tramezzo
Sta al pianto
D'un fiume che scorre
Al contrario
In mezzo al mare
Del tempo e poi
Va a sfociare fottutamente
Nel luogo dove il tempo
Tempo ad altro tempo
Ruba senza darli
Mai attimo di tregua
A respirare ansimare
Per scorrere
Più lento
Di spalle allo specchio
Cose poche vedi
Parecchio strane sembran
Durlindane effimere
Arcane guardiane
Del tempo anch'esse
Tiritere di sere lontane
Vecchio
T'osservi più vecchio di quanto
Servi ti guardi e riguardi
Senza riguardo di quand'eri
Giovane
Di spalle allo specchio
Degli anni è lento