Dolori piantati nel profondo dei cuori

Dolori piantati nel profondo dei cuori,
risvegliando semi di paura,
con fatti d’orrore nascosti e celati.
Vestiti dell’abito del silenzio,
i dolori del giorno furono seminati—
un segno sopra una tomba, un mormorio
alla lenta morte dell’uomo, sconosciuto.

Il silenzio non è la loro immagine,
senza colore, è crudo e cupo.
Accettato: muori anonimo,
anche se nella tua verità vivi un sogno.
Sebbene il tuo cuore nel deserto porti casa,
sebbene la tua età fosse giusta per la tua terra,
accettato: muori anonimo,
come la gloria di Zia, un filo che svanisce.

Quando la luce di tale spirito si spegne
e scompare, un bel sogno finisce,
accettato: muori anonimo.
Anche le case morirono, le porte piegate ai muri.
Le sue strade piansero; la notte giunse, inaridita,
lasciando un corpo, amato cronicamente,
una stella splendente, le cui canzoni non più legate
alla luna, ormai silenziosamente rimossa.

Si diceva: gli ultimi battiti dal tuo cuore,
li sentisti e poi annunciasti l’assenza.
Volti passarono come sogni, stampati lontano
sulla tavola insanguinata dell’essenza perduta.
Rimpiange l’occhio che vide l’addio
nell’enigma. Non fu ispirazione—
un quadro d’immagini dolenti, sempre in lutto.