Aspetto,
come una pietra infiammata dal sole,
che il vento mi parli di una storia antica,
con le voci di chi non parla più,
ma ancora incede tra le foglie.
L’infinito non sta nel cielo,
sta nel vicolo che non finisce mai,
tra una porta accostata e una sedia vuota,
dove la mente si siede e respira.
Aspetto, senza fretta,
perché l’attesa è una supplica senza parole,
e ogni minuto che passa è una carezza
data da chi non scorgo, ma sento.
E se guardo il crepuscolo sopra Montenero,
mi sembra che il tempo si fermi per salutare,
e io, con il cuore pieno di nomi,
scrivo per non dimenticare.
15 settembre 2025
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