Ridiamo identità alle nostre origini.
Ritorniamo a sentire.
Rifiutiamo l’irreggimentazione
dei nostri gesti e dell’agire contro.
Porgiamo orecchio
a ciò che abbiamo dentro di più puro
e di diverso che ci unisce.
Incontriamoci
senza nascondere volti di pianto.
Lasciamo libero il sorriso quando sgorga
d’oltrepassare vuoti
eserciti di nulla.
E le carezze siano ancore di tatto.
17 maggio 2017
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Se ci si tocca ad un incrocio ci si contamina, rimane impresso un marchio senza tempo per riconoscersi.