Freddissima resurrezione, da
anni non è cosi: sui bastioni stenta,
torna clandestina la novità
delle gemme, un'immensa, macilenta
spoglia dilaga, copre la città
anche se già il crepuscolo s'inventa
con loschi bagliori un'eternità
senza gloria. Non più della perenta
pelle in cui vive, da cui sguscerà
per vivere la serpe è questo niente
che ci separa, aria da foglie, gente
che aspetta pallidamente di qua
e di là d'una lapide, i non morti
ancora dai non ancora risorti.
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Il cinema di Moretti è per me una sorta di paradigma di ciò che il cinema non deve essere. Non amo il suo minimalismo, il suo frammentismo, il suo autobiografismo; detesto la sua studiata (ma non per questo meno deprimente) sciatteria formale, il suo rimanere (non m'importa quanto voluto) al di qua, al di sotto di qualsiasi sintassi e di qualsiasi metafora.