Una mattina di giugno in cui era troppo presto
per svegliarmi ma troppo tardi per riprendere sonno.
Devo uscire nel verde che è colmo
di ricordi, e mi seguono con lo sguardo.
Non si vedono, si fondono completamente
al paesaggio, perfetti camaleonti.
Sono così vicini che li sento respirare
benché il canto degli uccelli dia stupore.
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Imparavo che la terra era viva e che esisteva un mondo infinitamente grande che strisciava e volava e viveva la sua ricca vita senza curarsi minimamente di noi.