E quando l'usignolo
tornò a cantare
nelle stanze segrete,
il sonno abbandonò gli occhi
del sognatore solitario,
che si riaprirono
condensati di lacrime
e di uno stupore
che aveva sempre cercato.
Il canto dell'usignolo
era come un vento leggero
tra i capelli,
un richiamo nascosto
nelle albe e nei tramonti,
un invito a sentirsi vivi,
ovunque la vita ti porti
a sconfinare tra il sentimento
e il razionale.
Il sognatore solitario
in quell'ascolto
trovò una ferita
nel suo sogno.
10 luglio 2021
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Scrivo per non dimenticare parole che vanno controcorrente, mentre io resto in silenzio davanti al tuo ricordo.