Tiro i remi in barca
e assaporo il silenzio,
onde sfiorano
i fianchi delle barca,
costole di legno ormai infracidito.
Greggi di nuvole assistono allo spettacolo,
aroma sul mio ventre è la brezza marina.
Reti per banchi di ricordi sono le rughe del mio viso.
Placido è il cullare del mare,
lascio che guidi l'ago della mia bussola.
Respiro piano seguendo il cando lento di un gabbiano,
ecco vedo lontano
la fioca ombra di un porto
che mi tende la mano.
5 giugno 2008
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