Con il suono asfissiante dei tamburi
danza una donna sventurata del Sud
nella magia di una superstizione antica
Dal veleno della tarantola
vuole liberarsi con un rito antico
inventato in un Sud prigioniero
Danza con in mano un fazzoletto
disegna nell’aria grandi figure
si dimena strisciando nella polvere
Il suo male non le dà pace
il fuoco della follia è nel suo corpo
i suoi occhi smarriti guardano il nulla
Nel nulla cerca il sollievo
invoca una guarigione che non c’è
la credenza ha vinto la sua libertà.
23 gennaio 2008
Altri contenuti che potrebbero piacerti
L'altare senza dio
di Elio Ria
Davanti all’altare della solitudine
invoco un dio sordo
un dio lontano dalla mia anima
non(…)