Sorella acqua,
io a te giungo,
dopo averti lasciata,
per dimorare,
tra le tue braccia,
culla beata,
dove il mio peso,
più non esiste,
tramutando la croce,
in una barca,
che veloce naviga,
laddove la felicità
mi trasforma ancora,
in giovane ragazza.
Tu,
che allieti le madri,
quando gli consegni,
i figli a lungo nutriti,
divenendo testimone,
di ogni manifesto
delle anime,
incarnate nell'uomo,
perdona,
coloro che ti trattano
con indifferenza,
non sanno ciò che fanno,
oh lode a te,
grande di compassione,
come una madre,
a cui accorro,
con reverenza,
chiedendo umile,
di essere perdonata ancora.
21 giugno 2010
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