Io con il tremore essenziale

Io con il tremore essenziale,
oscillazione sottile che mi attraversa,
come un vento invisibile
che scuote le mani e le braccia,
a volte la voce,
a volte la testa che dice “sì”
quando il cuore direbbe “no”.

È un compagno che arriva piano,
che cresce negli anni,
senza chiedere permesso.
Non riposa con me,
ma si mostra quando bevo, quando scrivo,
quando porto alla bocca il pane quotidiano.

Ha radici di sangue,
famiglie intere che tremano
come corde di violino tese
da un destino ereditato.

Eppure non sono il Parkinson,
non sono la rigidità né la lentezza,
io tremo nel fare,
non nel fermarmi.
A volte un sorso d’alcol
mi regala silenzio,
un intervallo di pace.

Nessuno sa davvero perché sono,
se un errore di circuiti cerebrali,
se un eco di geni capricciosi.

Mi combattono con farmaci,
con onde profonde che toccano il cervello,
con strategie per ingannarmi,
con mani che imparano nuovi modi di vivere.

Io sono il tremore essenziale,
disturbo e presenza,
ombra che vibra nella luce del giorno,
ma non cancella la vita,
non la ferma,
la fa solo danzare
su un ritmo diverso.