Crebbi in questa umile casa solatia
e lieta vissi in sì cotanta quiete
e d’altro dentro non tenevo sete,
ma sol’idea leale, in mente volatia.
Finchè lo cuor d’amore non si patia
tranquille fur giornate dolci e quiete;
e già toccato avea tutte mie mete
chè mai serenità fu avversa e restia.
Ma poi che lo buon uomo mi fu tergo
e nel suo petto lo cuor mio traslava
caddi in dolce, musicale letargo
trovandomi repente in quella valle
là dove l’alma tutta incatenava,
scosta tenendola d’amato colle.
Poi la speranza, in fumo, s’è dissolta
per qui condurmi triste un’altra volta.
30 dicembre 2012
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