L’ULTIMA RONDINE
Un grido, un garrito nell’aria
il cielo è denso di fumo e fiamme,
le mie ali combattono contro il vento,
che sa solo di cenere.
Il mondo brucia, e io volo cieca,
cerco un ramo, un filo di speranza,
ma gli alberi sono spettri,
e le case non hanno più spazio per me.
Le città, alveari di ferro,
ogni finestra è chiusa, ogni muro è gelido,
i miei occhi scrutano invano,
nessun balcone accoglie il mio nido.
I fiumi scorrono muti, gonfi di plastica,
le loro acque non portano più argilla,
solo schiuma velenosa e ricordi,
di un tempo in cui il fango era vita.
Cosa farò? Dove andrò?
e il mio volo è sempre più stanco.
Chissà se qualcuno udrà il mio lamento,
prima che l’ultima rondine sparisca,
chissà se il mondo si desterà,
prima che tutto sia cenere e silenzio.