La stranezza
Sapessi quante volte
ho lasciato cadere
una lacrima s’un'onda
ingigantendo il mare?
E quante volte
davanti ad uno specchio
ho fuggito carezze dedicate
sfiorando anime in fuga
seccando come un fiore al sole?
Sapessi quante volte
ho guardato
la mia ombra allungarsi
come il tronco d'un cipresso solitario?
Braccia estese al mondo
e nessuno a tender mano!?
E quante volte ho chiesto a Dio perché!?
percependomi come un ginepro seminato in un vaso.
Sapessi quante volte
nelle mie preghiere
ho baciato i piedi al Cristo
trovando rifugio nel suo amore?
‐Nel mentre, lambivo ferite‐
Sapessi quante volte
ho arriso sotto la pioggia
abbracciata alle reminiscenze
cercando tra i versi d'una poesia
la via di casa mia?
Poi una mattina,
mi svegliai pavoncella
sulle fronde irte d'un ginepro
‐E volai‐