la visita del Signor Presidente
presso grigio cielo periferia
si sta come scatoloni mezzi vuoti su scaffali
in attesa di scannerizzazione....
e poi all'improvviso un giorno come un altro
grigio
si accendono le luci,
si avvicinano i microfoni e telecamere,
e l'intervista ha inizio:
"che piacere signor presidente,
quale onore signor presidente!
guardi signor presidente com'è bello
questo scatolone mezzo vuoto
imballato e pronto per la spedizione!
spero che sia orgoglioso del mio operato signor presidente
io sono orgoglioso della mia uniforme e del mio scannerizzatore,
no no, ha ragione,
non mi posso lamentare
non c'è guerra non c'è fame
ed ogni giorno è
come ogni altro giorno grigio e uguale
grigio e uguale..
sì sì
io mi impegno al massimo per spedire scatoloni mezzi vuoti
in giro per tutte le periferie del mondo
sempre più in fretta sempre più velocemente,
roba che gira per il mondo da mattina a sera da sera a mattina
senza pausa senza posa
incessantemente
no,
non mi posso lamentare signor presidente
io mi guadagno il mio pane onestamente......
eppure,
devo essere sincero
a volte un dubbio mi balza in mente
e continua a ballare insistentemente
il dubbio è che
a volte non so più chi io sia, signor presidente,
se l'operatore con in mano lo scannerizzatore
oppure lo scatolone mezzo vuoto in attesa, stipato sopra ad uno scaffale in attesa di spedizione
lo so che è cosa assurda signor presidente,
che dovrei esser grato e lieto,
non mi dovrei lamentare
dovrei esser felice e ringraziare per questo bel progresso
eppure la mattina al sorgere del sole
il dubbio si sveglia con me e s’insinua in fondo all'anima
e in un angolo del cuore,quello ancora non raggiunto dallo scannerizzatore,
una leggera nausea una sensazione di malore
a volte mi sento debole fragile e solo, signor presidente,
a volte sento che vorrei soltanto tornare a casa e volar via,
vorrei partire
come uno scatolone che per una sola volta durante tutta la sua esistenza è cosciente e sceglie la propria destinazione...."