Sprofondo nei vertici capovolti delle mie fenditure,
dove il moto del volere si incrina
e scivola nel suo stesso abbandono.
Nel vuoto che trabocca —
cavo che pulsa, spazio che mormora —
si assesta il mio respiro segreto.
E questi varchi, queste soglie mute,
sono il presidio di un’anima in penombra
che chiede senza urtare,
che sfiora senza cingere,
e nel non dire
si lascia riconoscere.
4 dicembre 2025
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La vita ti assorbe, in ogni caso. Se vivi ti senti parte di un disegno che ti permette di godere di ogni singolo istante. Se sopravvivi, ti lasci andare al lento trascorrere di un tempo che stritola ogni istante che nemmeno vedi. Tutto scivola lungo il fiume delle cose perse.