Le mie fenditure

Sprofondo nei vertici capovolti delle mie fenditure,
dove il moto del volere si incrina
e scivola nel suo stesso abbandono.
Nel vuoto che trabocca —
cavo che pulsa, spazio che mormora —
si assesta il mio respiro segreto.
E questi varchi, queste soglie mute,
sono il presidio di un’anima in penombra
che chiede senza urtare,
che sfiora senza cingere,
e nel non dire
si lascia riconoscere.