La mia pagina è il tuo letto, a cui cambio
sovente le lenzuola per accomodarti un altro sonno di parole.
Perdonami se, di tanto in tanto, ti sveglio se urto con i miei versi
più appuntiti la forma del tuo respiro o sfioro la calda merlatura
delle tue labbra con una sbalzata bordatura di accenti.
Ho solo paura a volte di farti male, se casualmente un giorno
mi tacesse una parola e ti abradesse il cuore fino al freddo.
25 novembre 2011
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