Nel cuore della tempesta

Chi non ha visto
l’ombra farsi casa,
chi non ha camminato
sul bordo tremante del respiro,
non può sapere
quanto cambia il sangue,
quanto il silenzio
possa gridare.
Il cancro
non è soltanto un male del corpo
è un crepaccio nell’anima,
una battaglia muta
che continua anche
quando tutti credono
che sia finita.
Sopravvivere
è solo il primo ritorno.
Poi viene la rinascita:
lenta, invisibile,
fatta di paure
che imparano a non urlare,
di forza tessuta
con fili sottili di speranza,
tra i lembi di una pelle
che non vuole dimenticare,
ma essere capita.
Ogni cicatrice
è un sussurro inciso nel tempo,
una poesia che parla
anche quando
la voce manca.
E allora sì,
anche il dolore più personale
può diventare eco,
può farsi luce
per chi è ancora nel buio,
e parola
per chi non ha ancora
trovato la sua.
E nell’abbraccio
dove nasce la forza
che ogni lacrima ha forgiato
il coraggio
di chi lotta,
e la pazienza gentile
di chi rinasce
un frammento alla volta.
Di Raffaella Frese